Lifting viso
- Lifting al viso
- Lifting cervicale
- Lifting labbra
- Lifting temporale
- Rinosettoplastica
- Blefaroplastica
- Otoplastica
- Mentoplastica
- Zigomi malaroplastica
L’invecchiamento del viso e il rilassamento cutaneo della regione anteriore del collo, sono dovuti alla perdita di elasticità e di tonicità della pelle, al rilassamento delle strutture muscolari, che sono i segni caratteristici del passare del tempo. Vediamo nel dettaglio quando e perché ricorrere al lifting al viso e al collo.
Perché ricorrere al lifting al viso
Il lifting (o ritidectomia) aiuta il paziente a recuperare un aspetto fresco e giovanile perso ormai con il passare degli anni, senza alterare però le caratteristiche individuali di base.
Quando eseguire il lifting al viso
È un intervento consigliato dopo i 40 anni di età. Fondamentale, però, nella preparazione pre-operatoria, valutare le caratteristiche individuali di ogni paziente per poterle rapportare al risultato raggiungibile e paragonarlo all’aspettativa di quest’ultima. Per questo motivo, il lifting è più appropriato quando si evidenzia un cedimento cutaneo con perdita di definizione del contorno e del profilo delle strutture anatomiche come il collo, la mandibola e gli zigomi.
Visita specialistica
La visita con il chirurgo, è fondamentale perché consente di far capire alla paziente quali potrebbero essere i risultati che si possono raggiungere in relazione alle proprie aspettative, senza che se ne creino di false o risultati esteticamente non riconosciuti dalla paziente stessa.
Modalità d'intervento, durata ed anestesia
Il lifting al viso viene eseguito mediante delle incisioni cutanee anteriormente all’orecchio (nascoste nel trago), che proseguono poi posteriormente nel cuoio capelluto. La durata varia dalle 2 alle 4 ore a seconda dell’estensione dell’intervento e delle procedure associate. Infatti, talvolta può essere consigliabile associare il lifting del viso a quello del collo e alla blefaroplastica per ottenere un risultato più naturale e armonico. L’intervento è eseguito in anestesia generale, ma a volte si può decidere, insieme all’anestesista, di optare per una anestesia locale con sedazione.
Degenza e convalescenza
L’intervento prevede, nella maggior parte dei casi, un’unica notte di degenza. Talvolta, anche un semplice ricovero in regime di Day Hospital. Dopo l’intervento, sono necessari alcuni giorni di riposo a casa. La medicazione viene rimossa dopo 1-2 giorni. I punti di sutura, invece, dopo 10 giorni sono generalmente tutti rimossi. È possibile riprendere la vita sociale dopo 10-15 giorni. È sconsigliabile l’esposizione diretta al sole subito dopo e comunque è sempre necessario proteggere le cicatrici con schermi solari ad alta protezione nel primo periodo post operatorio.
Le cicatrici
Le cicatrici del lifting sono generalmente nascoste dal contorno naturale dell’orecchio, si estendono intorno al lobo e dietro l’orecchio stesso e terminando tra i capelli. Le cicatrici posizionate in corrispondenza di pieghe naturali, risultano poco visibili.
Effetti collaterali temporanei
Dopo la rimozione delle bende si possono evidenziare delle ecchimosi (lividi) che nell’arco di 10 giorni tenderanno a sparire completamente.
I vantaggi
Il lifting è un intervento definitivo, che permette, una volta per tutte, di riportare il volto del paziente a quell’armonia ormai perduta degli anni passati, andando a riposizionare i tessuti sottocutanei e la cute nella loro posizione originaria.
Durata del risultato
La durata del risultato è da mettere in relazione alle condizioni di partenza del paziente e alla tecnica utilizzata. In linea di massima possiamo dire che un lifting ben eseguito ha una durata compresa tra gli otto e i quindici anni.
Recuperare un collo levigato e giovane
Il collo è la croce senza delizia di quasi tutte le donne che hanno superato i 40 anni. Infatti anche chi ha ancora un volto fresco, senza rughe né cedimenti, può avere un collo invecchiato, che presenta più linee orizzontali, in corrispondenza delle cosiddette collane di venere, e una pelle un po’ avvizzita, che forma delle antiestetiche piegoline.
Una zona che invecchia precocemente
Questo accade perché il collo non ha una struttura ossea di sostegno, come accade invece al viso, sorretto da zigomi, mandibole e una forte muscolatura, continuamente allenata dalla masticazione e dalla verbalizzazione. Ecco allora che il collo, privo di un’architettura alla quale legarsi, tende a cedere, a causa della forza di gravità e anche della inevitabile perdita di elasticità dovuta al passare del tempo. Se poi ha ceduto il viso, è pressoché inevitabile che trascini con sé anche i tessuti del collo.
Che fare dunque? Prima di tutto ricordarsi di applicare ogni giorno un’ottima crema rassodante e antietà non solo sul viso, ma anche su collo e decolleté, concedersi regolarmente dei massaggi manuali, delle sedute di radiofrequenza o di microiniezioni rivitalizzanti. Ma quando il tessuto diventa anelastico, cedevole e poco compatto è forse giunto il momento di fare un lifting proprio di questa zona così delicata.
Come si svolge l’intervento
L’intervento si effettua in anestesia totale e ha come obiettivo il ringiovanimento del collo mediante il riposizionamento di cute, muscoli e piani profondi, che vengono risollevati e ancorati più in alto e più indietro. Il chirurgo plastico effettua delle incisioni dentro l’orecchio e dietro l’orecchio, anche fino alla nuca e eventualmente fa una contro incisione sotto il mento. L’esperienza insegna che non è sufficiente tirare il muscolo, che anzi lo stiramento dà un risultato innaturale. Il chirurgo invece scolla i tessuti in profondità e riposiziona quelli che si trovano al di sotto dello strato muscolare più superficiale, senza tirarli. Meno traumatizza i tessuti, del resto, minore sarà il gonfiore post-operatorio. Quindi elimina la pelle in eccesso e sutura i tagli. Il risultato non modifica la fisionomia della persona, ma le restituisce un collo più teso, levigato e giovane, che ridarà armonia e freschezza anche al volto.
Quanto alle cicatrici, dopo la guarigione risulteranno praticamente invisibili. E anche durante i primi giorni dopo l’intervento si potranno agevolmente nascondere sotto i capelli. Va prevista una notte di degenza o una giornata di ricovero in day hospital, cui far seguire qualche giorno di riposo, per favorire al meglio la cicatrizzazione.
Ritrovare una bocca voluminosa e turgida
Una delle zone che appare spesso precocemente invecchiata è quella delle labbra e del loro contorno. La mimica facciale pronunciata, l’abitudine al fumo, così come lo stile alimentare errato, l’eccesso di esposizione ai raggi solari, la carenza di sonno e lo stress si riverberano sul viso e in particolare sulla bocca, attorno alla quale possono apparire delle antiestetiche rughette, dette codice a barre, che segnano le labbra come piccoli solchi verticali. Con gli anni, inoltre, il contorno delle labbra si fa meno definito, il vermiglio si assottiglia, la bocca appare meno carnosa.
Il peso dei filler fa scendere il labbro superiore
Spesso si ricorre allora alle punturine di acido ialuronico per riempire le labbra, risollevarne i contorni e ridefinirle. Ma il peso del riempimento porta, con l’andar del tempo, a far scendere verso il basso il labbro, che già tende a cedere per l’inevitabile perdita di elasticità dovuta al trascorrere del tempo. Invece di continuare a iniettare filler, che danno un risultato temporaneo e rischiano di aggravare il problema, si può scegliere un intervento che risolve l’inestetismo in maniera definitiva: il lifting delle labbra, che molte signore richiedono già prima dei 40 anni.
Come si svolge l’intervento
L’intervento si effettua in anestesia locale, con una leggera sedazione. Il chirurgo pratica una piccola incisione alla radice del naso, attraverso la quale asporta il tessuto in eccesso. Deve però avere grande competenza e calibrare al millimetro la quantità di pelle da rimuovere, per evitare che parte degli incisivi rimanga poi sempre scoperta e la bocca non si chiuda bene. Si tratta quindi di un atto chirurgico di grande precisione, che deve lasciare 14 millimetri di distanza tra il naso e la bocca. In questo modo il labbro superiore viene rialzato, recupera volume e definizione, l’intera bocca appare quindi più turgida e giovane. Il codice a barre viene almeno parzialmente eliminato e i denti tornano a essere ben visibili al minimo sorriso, come durante la giovinezza. E soprattutto l’intervento è definitivo, perché la cicatrice è interna ai tessuti e molto resistente, per cui il labbro non rischia più di cadere. Inoltre subito dopo l’intervento si può tornare alle normali attività. Grande risultato, insomma, con il minimo sforzo: si ottiene cioè un importante ringiovanimento attraverso una correzione minima, anche se fatta con mano sapiente.
Naturalmente il lifting delle labbra può essere effettuato insieme ad altri interventi estetici, come il lifting facciale o temporale. I tempi di recupero in questo caso sono quelli richiesti dall’intervento più complesso.
Lifting temporale
Molte donne e molti uomini non più giovanissimi hanno ancora un ovale ben definito e un viso tutto sommato fresco, con un’eccezione: la caduta della palpebra superiore e in particolare della parte laterale, che si appoggia sull’angolo esterno dell’occhio, dandogli un aspetto un po’ chiuso. Spesso ha ceduto un poco anche il sopracciglio, a causa della forza di gravità. Ecco allora che la persona realizza che il suo sguardo ha perso freschezza, sembra improvvisamente invecchiato e di questa impressione patisce tutto il viso. A volte addirittura la palpebra che ha ceduto infastidisce e rende un pochino più difficoltosi i movimenti oculari. Si può allora ricorrere al lifting temporale, che riposizionerà perfettamente palpebra e sopracciglio.
Come si svolge l’intervento
L’intervento si effettua in anestesia locale con sedazione. Il chirurgo plastico pratica una piccola incisione di un centimetro e mezzo all’incirca sopra la tempia, sotto l’attaccatura dei capelli. Da qui accede per via endoscopica ai tessuti, li scolla e sgancia i legamenti che tiravano il tutto verso il basso. Il solo atto di sganciare i legamenti riporta alla sua posizione originaria la parete laterale dell’orbita e il sopracciglio, che vengono poi ancorati ai tessuti profondi. Dopo di che il chirurgo effettua la stessa procedura per risollevare l’altra palpebra. Quindi pratica una fasciatura di contenimento. Pur trattandosi di una metodica apparentemente semplice, in realtà si tratta di un gesto chirurgico che richiede grande competenza, per la notevole innervazione dell’area e la delicatezza dell’intera zona.
Un risultato di ringiovanimento globale
L’intervento dura circa 45 minuti in tutto, dà luogo come conseguenza a un po’ di edema sugli occhi, che però nel giro di 4 o 5 giorni scompare e la persona può riprendere tutte le sue normali attività.
Il risultato è di grande soddisfazione, perché lo sguardo si apre, ritrova freschezza e perde quell’aspetto triste e all’ingiù che aveva prima. II riposizionamento dell’arcata sopracciliare accentua il ringiovanimento. La distensione della cute attenua, fino a farle sparire, le rughette attorno agli occhi e il volto appare globalmente più giovane.
Rinosettoplastica
Il naso influenza in modo importante l’intera immagine del viso. Eseguire una rinoplastica ha lo scopo di mettere in armonia il naso con le altre strutture anatomiche del viso e correggere eventuali alterazione anatomiche che rendono difficile la respirazione.
Perché eseguire la rinosettoplastica
La settoplastica prevede la correzione delle anomalie anatomiche che impediscono una corretta respirazione come ad esempio la deviazione del setto cartilagineo e l’ipertrofia dei turbinati. L’intervento di rinoplastica, invece, ha come obiettivo quello di migliorare l’aspetto estetico del naso in sè, di renderlo armonico con le altre strutture anatomiche del viso, tenendo in considerazione le relazioni spaziali e le dimensioni che intercorrono tra le strutture, che sono diverse e uniche in ogni paziente, senza stravolgere la fisionomia e rispettando le proporzioni del viso per valorizzarne i lineamenti e l’espressività. Si parla di rinosettoplastica quando si eseguono entrambi gli interventi altrimenti parleremo di settoplastica e di rinoplastica rispettivamente.
Quando eseguire un intervento di rinosettoplastica
L’intervento di rinosettoplastica può essere eseguito nei seguenti casi:
- Se la paziente è insoddisfatto della forma, della dimensione o dell’angolo del naso
- Se il naso è troppo grande, troppo piccolo o non proporzionato al resto del viso
- Se esistono problematiche respiratorie derivanti da alterazioni patologiche delle alte vie respiratorie (deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati…)
- Se è presente una gobba a livello del dorso del naso (gibbo), una punta cadente per eccesso cutaneo o assenza di cartilagine oppure troppo alta o troppo larga, caratteristiche queste che talvolta creano un discomfort per la paziente.
A che età si può eseguire la rinosettoplastica
La rinoplastica estetica deve essere eseguita solo su un naso che ha finito la crescita e lo sviluppo completo (di solito dopo i 16/17 anni di età). Se la rinoplastica viene eseguita prima che lo sviluppo sia completato, è possibile che i mutamenti dovuti alla successiva crescita possano causare problemi e complicazioni modificando il risultato della chirurgia.
Visita specialistica
La visita con il proprio chirurgo prima dell’intervento, è fondamentale perché consente di far capire alla paziente quali possono essere i risultati in relazione alle proprie aspettative sia dal punto di vista estetico come le correzioni della forma, dell’angolo e delle dimensioni del naso, sia da quello funzionale ovvero le anomalie anatomiche che possono limitare la respirazione.
Modalità d'intervento, durata ed anestesia
Dopo aver effettuato una anestesia locale, il chirurgo procede con delle incisioni per accedere alle cartilagini e alle ossa nasali, che sono le strutture che conformano il naso e gli danno la forma. Esistono due tecniche chirurgiche: rinoplastica aperta e rinoplastica chiusa. Il rimodellamento delle cartilagini e delle ossa, che sono la struttura del naso, permette di modificarne le dimensioni e la forma. Innesti di cartilagine autologhi, nella maggior parte dei casi prelevati dal setto cartilagineo stesso, possono essere usati per rimodellare la punta del naso (supra tip) rendendola più armonica a seconda di quello che vogliamo ottenere (sollevare la punta, allungarla o ridurla). Invece, la pelle e le strutture molli che si interfacciano con ossa nasali e cartilagini sottostanti, si rimodelleranno da sole assumendo la forma delle cartilagini stesse rimodellate. A volte, soprattutto in caso di rinosettoplastiche secondarie, terziarie o in caso di porzioni cartilaginee naturalmente ridotte, potrebbero risultare utili innesti di cartilagine autologhi eterotopici prelevati, per esempio, dall’orecchio oppure protesi di silicone solido. Anche fillers o innesti di grasso possono essere iniettati per modellare, o aggiungere volume in aree desiderate.
Degenza e convalescenza
Aspettatevi qualche disagio dopo l’intervento chirurgico: le zone intorno al naso e agli occhi potrebbero riportare edema ed ecchimosi transitorie. Si raccomandano impacchi freddi per ridurre al minimo il gonfiore e diminuire il dolore. Il tempo necessario per il recupero varia notevolmente da persona a persona. Inoltre per alcuni giorni bisognerà limitare le normali attività e, invece, lo sport potrà essere ripreso dopo circa due settimane. La medicazione sarà rimossa entro 4-7 giorni, mentre occorreranno circa 10/14 giorni prima che le ecchimosi si risolvano.
Durata del risultato
I risultati della rinoplastica sono permanenti.
Per ritrovare lo sguardo dei vent’anni
L’occhio è la parte del viso che invecchia prima: infatti anche il volto di una ragazza di 25-30 anni può già presentare delle antiestetiche piegoline sull’angolo esterno della palpebra, verso la tempia. Ciò accade perché la pelle che ricopre la zona perioculare (cioè quella che circonda gli occhi) è la più sottile di tutto il corpo. Per di più è quella che viene maggiormente sollecitata dai continui movimenti dei muscoli orbicolari per battere le ciglia, per sorridere, per guardare lontano strizzando gli occhi, ecc. Basta pensare, del resto, che battiamo le ciglia per 15-20 volte al minuto, cioè una media di 10.000-12.000 volte al giorno, per capire fino a che punto stressiamo la cute di quest’area. Tuttavia le piccole linee attorno agli occhi non vengono percepite negativamente da chi ci osserva. Secondo tutte le ricerche, infatti, le rughette attorno agli occhi non vengono lette come segni di invecchiamento, forse perché vengono legate alla frequenza del sorriso.
Ridisegnare la palpebra superiore
Ciò che invece è per tutti un chiaro indice del passare del tempo è il cedimento della palpebra superiore. Uno dei primi segni di aging, infatti, è la chiusura dello sguardo: la palpebra superiore si siede progressivamente su quella inferiore, ad iniziare dall’angolo esterno. Ecco allora che l’occhio si fa più pesante, può andare un pochino in giù e lo sguardo diventa meno aperto e giovane. In qualche caso la ptosi della palpebra (così si chiama questo fenomeno) diventa tanto importante da rendere faticosi i movimenti oculari.
Si rende allora necessario un intervento di blefaroplastica superiore: il chirurgo asporta una piccola porzione di pelle, praticando l’incisione nella piega naturale tra palpebra mobile e palpebra fissa, in modo da rendere perfettamente invisibile la cicatrice. La pelle in eccesso viene rimossa calibrando molto bene il gesto operatorio, per non incorrere nel rischio di impedire alla palpebra di chiudersi bene e di compromettere l’idratazione dell’occhio. Altrettanto importante è non rimuovere il grasso e il muscolo sottostante, per non inficiare il risultato e ritrovarsi dopo qualche anno con un occhio incavato e invecchiato.
Risulta quindi indispensabile anche per un intervento apparentemente semplice come questo affidarsi a un chirurgo di grande esperienza.Cancellare borse e occhiaie
Quando invece l’inestetismo è rappresentato soprattutto da occhiaie e borse, conviene effettuare una blefaroplastica inferiore: anche in questo caso il chirurgo asporta l’eccesso di pelle centralmente, sotto la palpebra, incidendo la congiuntiva (in modo che anche qui la cicatrice sia totalmente invisibile). Se ci sono delle borse, asporterà il grasso e lo riposizionerà nel solco dell’occhiaia, per colmarla. Ma anche per la blefaroplastica inferiore vale la regola che è meglio lasciare un pochino che togliere troppo. In particolare è indispensabile non toccare il muscolo, per evitare un effetto da invecchiamento precoce o da occhio rotondo.
Va detto infatti che i muscoli orbicolari che circondano l’occhio si muovono solidalmente. Ad ogni movimento si contrae l’intero muscolo ellittico. Se il muscolo viene tagliato malamente durante l’intervento, si rischia di ritrovarsi con un occhio tondo come quello di una civetta, perdendo la naturalezza delle linee e dello sguardo. L’obiettivo, invece, è quello di recuperare un bell’occhio a mandorla, con palpebre ben definite.Come si svolge
L’intervento di blefaroplastica sia superiore che inferiore viene effettuato in anestesia locale con sedazione, dura circa 40-50 minuti, è indolore e ha un tempo di guarigione molto veloce. Nei giorni immediatamente successivi è normale avvertire gonfiore nel sito dell’intervento o notare rossori o ecchimosi. L’applicazione di ghiaccio facilita la riduzione dei segni, che spariscono nel giro di 5-6 giorni. Naturalmente la blefaroplastica può essere effettuata contemporaneamente ad altri interventi di chirurgia estetica, come il lifting o il rialzo del sopracciglio, nel qual caso può essere opportuna un’anestesia totale.
Otoplastica
L’otoplastica è un intervento volto a migliorare l’estetica delle orecchie. Viene, inoltre, utilizzata anche nei bambini dopo i 7-8 anni e negli adolescenti, per renderli meno esposti alle prese in giro e agli scherzi dei coetanei sulle cosi dette “orecchie a sventola”, propriamente definite orecchie ad ansa.
Quando eseguire un intervento di otoplastica
L’intervento può essere eseguito a qualsiasi età, ma è preferibile attendere il raggiungimento dei 7-8 anni, età in cui il padiglione è ormai sufficientemente sviluppato.
I difetti che maggiormente richiedono una correzione chirurgica sono:
- orecchie ad ansa, dette “a sventola”;
- sporgenza asimmetrica tra i due padiglioni;
- asimmetria delle pieghe cartilaginee.
Le orecchie ad ansa, sono determinate da un’eccessiva distanza tra i padiglioni auricolari e la nuca. Sono un difetto estetico che può influenzare notevolmente l’armonia complessiva del viso così come l’integrità psicologica soprattutto durante l’adolescenza. Questa particolare forma del padiglione auricolare è da attribuirsi a caratteristiche congenite quali: ipertrofia della conca o mancanza della piega dell’antelice, il margine ripiegato dell’orecchio. Queste due alterazioni possono anche comparire associate.
L’otoplastica può correggere: l’eccesso di cartilagine dei padiglioni auricolari, la forma, altri particolari dei padiglioni e dei lobi, asimmetrie delle orecchie.
Visita specialistica
Come per tutti i problemi di tipo estetico, anche per le orecchie a sventola, è importante discutere con la paziente l’entità del difetto, le possibilità di correzione e soprattutto la motivazione personale.
Modalità d'intervento, durata ed anestesia
La correzione chirurgica delle orecchie a sventola, si ottiene grazie a una tecnica che agisce essenzialmente sulla cartilagine auricolare, che viene modellata e riposizionata in modo più armonico rispetto al capo. L’intervento consiste nell’incisione del solco che si trova dietro l’orecchio, con rimozione di una piccola losanga cutanea a ridurre, dopo accurato rimodellamento cartilagineo, la distanza tra orecchio e capo. La nuova forma è rimodellata e stabilizzata con dei punti interni. Successivamente si procede al ripristino del rilievo dell’antelice e la correzione della conca. Alla fine dell’intervento si posiziona un bendaggio modicamente compressivo con una fascia elastica. L’intervento ha la durata di circa un’ora. L’otoplastica può essere eseguita in anestesia locale con sedazione, ma nelle pazienti molto giovani è opportuna l’anestesia generale.
Effetti collaterali temporanei
Rossore, ridotta sensibilità, gonfiore sono effetti collaterali temporanei e reversibili.
Degenza e convalescenza
Il bendaggio con fascia elastica va tenuto per una settimana, trascorsa la quale i punti cutanei vengono rimossi.
Cicatrici
La cicatrice, nascosta dietro l’orecchio, diviene in poco tempo praticamente invisibile.
I vantaggi
Una correzione della prominenza delle orecchie, permette un miglioramento complessivo dell’aspetto del viso, determinando, nelle situazione di disagio psicologico, un notevole miglioramento, permettendo alle donne e alle giovani ragazze di poter utilizzare i capelli raccolti senza vergognarsi e senza paura dei commenti altrui.
Durata del risultato
Il risultato è definitivo. Qualora l’intervento non fosse perfettamente riuscito, è comunque possibile effettuare piccoli ritocchi in anestesia locale.
Mentoplastica
La disarmonia complessiva del volto non è dovuta solo a inestetismi delle singole componenti anatomiche come un naso troppo grande, un viso caratterizzato dai segni dell’invecchiamento. Talvolta anche il mento può determinare una disarmonia del viso in generale. Questo può essere in relazione alle misure anatomiche del volto troppo pronunciato o troppo sfuggente determinando nel complesso un viso disarmonico e poco aggraziato. La chirurgia plastica, in questo caso, ricorre al rimodellamento del mento in proporzione alle altre unità funzionali cercando di ripristinare l’equilibrio assente.
Quando eseguire un intervento di mentoplastica
Un mento sfuggente o irregolare, può influire negativamente sull’estetica complessiva e sulle proporzioni tra le varie parti del viso. La mentoplastica può essere eseguita dopo i 14 anni nelle donne e dopo i 16 negli uomini. La mentoplastica è un intervento che può servire ad aumentare (mentoplastica additiva) o ridurre (mentoplastica riduttiva) il mento e donare così armonia al viso.
Può essere richiesta per:
- ridurre un mento grande e sporgente;
- correggere un mento asimmetrico;
- aumentare un mento sfuggente con protesi.
Visita specialistica
È fondamentale per poter valutare con precisione il singolo caso e le diverse proporzioni tra le unità anatomiche.
Modalità d'intervento, durata ed anestesia
Si pratica un’incisione all’interno del labbro inferiore, attraverso la quale si rimodella il mento nel caso di riduzione dello stesso, o nel caso di mentoplastica di aumento mediante l’inserimento di una piccola protesi di silicone. L’intervento ha una durata fra i 30 minuti a un’ora. L’anestesia normalmente è locale con sedazione.
Effetti collaterali temporanei
Riduzione della sensibilità, gonfiore, sensazione di rigidezza.
Degenza e convalescenza
Non è necessaria la degenza. Per 3-4 giorni è necessario portare una medicazione leggermente compressiva. L’aspetto del viso torna normale dopo circa 15 giorni.
Cicatrici
L’intervento non lascia cicatrici visibili.
I vantaggi
Miglioramento complessivo dell’aspetto e dell’armonia del viso.
Durata del risultato
Il risultato è definitivo.
Zigomi malaroplastica
Gli zigomi, così come il naso e il mento, determinano il profilo del viso e contribuiscono all’armonia dello stesso. Capita che questi non siano proporzionali al resto del viso e che una paziente desideri avere zigomi più turgidi e pronunciati, anche per ovviare al cedimento della pelle dovuto all’invecchiamento.
Quando eseguire un intervento di zigomi malaroplastica
Un’anomalia di questa struttura ossea, può influire negativamente sull’estetica complessiva e sulle proporzioni tra le varie parti del viso. Per trattare atrofie o depressioni cutanee e ottenere un miglioramento della proiezione zigomatica e, quindi, della definizione del viso, si ricorre alla chirurgia plastica tramite il collocamento di protesi.
Visita specialistica
E’ fondamentale perché consente di capire quali siano le aspettative della paziente e di valutare in che misura siano realizzabili, spiegando quali risultati si possono ottenere nel caso specifico, ma soprattutto per una corretta analisi delle diverse proporzioni del viso.
Modalità d'intervento, durata ed anestesia
Per l’aumento di volume degli zigomi, si può intervenire in due modi:
- con la medicina estetica tramite l’uso di fillers riassorbibili in acido ialuronico iniettabili nella zona da trattare;
- con un piccolo intervento denominato Malaroplastica che dà un risultato duraturo e permanente. Si pratica una piccola incisione (2 cm circa) all’interno delle guance-labbra, attraverso la quale si inseriscono generalmente delle protesi definitive in silicone nella regione zigomatica.
La durata dell’intervento è di un’ora. L’anestesia è normalmente locale, con leggera sedazione.
Effetti collaterali temporanei
Gonfiore, sensazione di indolenzimento, locale riduzione della sensibilità.
Degenza e convalescenza
Non è necessaria la degenza. L’aspetto del viso torna normale dopo circa 1 settimana.
Cicatrici
L’intervento non lascia cicatrici visibili.
I vantaggi
Miglioramento complessivo dell’aspetto e dell’armonia del viso.
Durata del risultato
Il risultato è definitivo.