Una delle domande più comuni tra le pazienti che decidono di aumentare la loro taglia di reggiseno, con l’inserimento di protesi mammarie, è se sono sicure per la salute. Quindi, per completare l’intervista al Dr. Nicola Standoli (v. Aumento del seno: ancora tra gli interventi più richiesti dalle donne. Il Dr. Nicola Standoli risponde a una serie di domande per chiarire i dubbi più diffusi), che ha chiarito tutta quella serie di dubbi legati agli aspetti più tecnici dell’intervento di mastoplastica additiva e tranquillizzare le pazienti desiderose di migliorare il loro aspetto fisico, ma preoccupate per gli eventuali effetti che potrebbero esserci sulla loro salute, è intervenuto il ginecologo e senologo Dr. Giacomo Valducci affermando che “le protesi al silicone non aumentano il rischio di un tumore al seno”.  Inoltre, ha voluto precisare che tali dubbi sono forse legati “a un vecchio studio degli anni ’90, in cui si parlava di migrazione del silicone e che purtroppo è tornato di tragica attualità con alcune protesi francesi di una marca scadente, che tendevano a rompersi e che hanno causato molti danni soprattutto a quelle pazienti che già le avevano inserite, oltre al fatto che hanno messo in cattiva luce l’immagine della categoria di tutti quei chirurghi plastici che le utilizzavano”. Ora, invece, voglio tranquillizzare tutte le pazienti desiderose di un seno più grande, che “il silicone è chiuso all’interno della protesi, non migra fuori e non sussiste nessun aumento di tumore al seno”.  Un’altra domanda molto frequente è se le protesi possano ostacolare le indagini senologiche. “Questo non è assolutamente vero”, afferma il Dr. Valducci. “Ci sono degli esami che possono dare qualche piccolo problema come la mammografia, ma è solamente un dolore di compressione della protesi e non di sicurezza”. “La protesi, infatti, aggiunge subito il senologo, non viene mai rotta dalla mammografia”. “La risonanza magnetica, poi, è addirittura considerata lo standard di eccellenza in chi ha le protesi; l’esame più completo e sicuro. Va fatta, però, solo se ci sono dei dubbi o delle indicazioni nella mammografia e nell’ecografia”.

Altre paure di chi si rifà il seno sono: se si potrà allattare dopo un’eventuale gravidanza e cosa succederà al seno rifatto durante la gravidanza stessa. Ovviamente in questi nove mesi, precisa il Dr. Valducci, “il seno ha una sua normale evoluzione: tende ad aumentare di volume, diventa più turgido, tutta la ghiandola si prepara al fenomeno dell’allattamento e, poi, una volta partorito, tenderà ad avere una riduzione di volume pari a quella che avrebbe avuto senza le protesi”. Quindi, sottolinea il ginecologo, “le protesi non ostacolano in nessun modo la normale fisiologia del seno in gravidanza”. Anche per quanto riguarda l’allattamento, il Dr. Valducci, chiarisce subito che “le protesi non incidono minimamente sull’allattamento, soprattutto se vengono inserite al di fuori dei dotti del latte. Ci può essere una riduzione dovuta al taglio della ghiandola solo in caso di inserimento periareolare, mentre è ininfluente se la protesi si inserisce dal solco sottomammario e quindi la ghiandola non viene minimamente toccata”. Discorso diverso, invece – aggiunge il ginecologo – “riguarda l’intervento di mastoplastica riduttiva, dove una certa quota di ghiandola viene asportata per dare una forma migliore ed esteticamente più gradevole al seno. Questo, però, porta a una lieve riduzione della capacità di allattamento.

Infine, un altro dei dubbi frequenti è se gli effetti della pillola possano essere disturbati dall’introduzione delle protesi. Ovviamente il ginecologo ha subito risposto di “NO”. La “pillola, ha infatti precisato il Dr. Valducci, è un contraccettivo comunissimo soprattutto nelle giovani e le protesi non hanno alcuna attinenza con quest’ultimo”. “Sono completamente neutre, non causano nessun problema”. Quindi, conclude il ginecologo“state tranquille: pillola e protesi vanno d’accordo…” .

Per maggiori info cliccate su Mastoplastica additiva 

Una delle domande più comuni tra le pazienti che decidono di aumentare la loro taglia di reggiseno, con l’inserimento di protesi mammarie, è se sono sicure per la salute. Quindi, per completare l’intervista al Dr. Nicola Standoli (v. Aumento del seno: ancora tra gli interventi più richiesti dalle donne. Il Dr. Nicola Standoli risponde a una serie di domande per chiarire i dubbi più diffusi), che ha chiarito tutta quella serie di dubbi legati agli aspetti più tecnici dell’intervento di mastoplastica additiva e tranquillizzare le pazienti desiderose di migliorare il loro aspetto fisico, ma preoccupate per gli eventuali effetti che potrebbero esserci sulla loro salute, è intervenuto il ginecologo e senologo Dr. Giacomo Valducci affermando che “le protesi al silicone non aumentano il rischio di un tumore al seno”.  Inoltre, ha voluto precisare che tali dubbi sono forse legati “a un vecchio studio degli anni ’90, in cui si parlava di migrazione del silicone e che purtroppo è tornato di tragica attualità con alcune protesi francesi di una marca scadente, che tendevano a rompersi e che hanno causato molti danni soprattutto a quelle pazienti che già le avevano inserite, oltre al fatto che hanno messo in cattiva luce l’immagine della categoria di tutti quei chirurghi plastici che le utilizzavano”. Ora, invece, voglio tranquillizzare tutte le pazienti desiderose di un seno più grande, che “il silicone è chiuso all’interno della protesi, non migra fuori e non sussiste nessun aumento di tumore al seno”.  Un’altra domanda molto frequente è se le protesi possano ostacolare le indagini senologiche. “Questo non è assolutamente vero”, afferma il Dr. Valducci. “Ci sono degli esami che possono dare qualche piccolo problema come la mammografia, ma è solamente un dolore di compressione della protesi e non di sicurezza”. “La protesi, infatti, aggiunge subito il senologo, non viene mai rotta dalla mammografia”. “La risonanza magnetica, poi, è addirittura considerata lo standard di eccellenza in chi ha le protesi; l’esame più completo e sicuro. Va fatta, però, solo se ci sono dei dubbi o delle indicazioni nella mammografia e nell’ecografia”.

Altre paure di chi si rifà il seno sono: se si potrà allattare dopo un’eventuale gravidanza e cosa succederà al seno rifatto durante la gravidanza stessa. Ovviamente in questi nove mesi, precisa il Dr. Valducci, “il seno ha una sua normale evoluzione: tende ad aumentare di volume, diventa più turgido, tutta la ghiandola si prepara al fenomeno dell’allattamento e, poi, una volta partorito, tenderà ad avere una riduzione di volume pari a quella che avrebbe avuto senza le protesi”. Quindi, sottolinea il ginecologo, “le protesi non ostacolano in nessun modo la normale fisiologia del seno in gravidanza”. Anche per quanto riguarda l’allattamento, il Dr. Valducci, chiarisce subito che “le protesi non incidono minimamente sull’allattamento, soprattutto se vengono inserite al di fuori dei dotti del latte. Ci può essere una riduzione dovuta al taglio della ghiandola solo in caso di inserimento periareolare, mentre è ininfluente se la protesi si inserisce dal solco sottomammario e quindi la ghiandola non viene minimamente toccata”. Discorso diverso, invece – aggiunge il ginecologo – “riguarda l’intervento di mastoplastica riduttiva, dove una certa quota di ghiandola viene asportata per dare una forma migliore ed esteticamente più gradevole al seno. Questo, però, porta a una lieve riduzione della capacità di allattamento.

Infine, un altro dei dubbi frequenti è se gli effetti della pillola possano essere disturbati dall’introduzione delle protesi. Ovviamente il ginecologo ha subito risposto di “NO”. La “pillola, ha infatti precisato il Dr. Valducci, è un contraccettivo comunissimo soprattutto nelle giovani e le protesi non hanno alcuna attinenza con quest’ultimo”. “Sono completamente neutre, non causano nessun problema”. Quindi, conclude il ginecologo“state tranquille: pillola e protesi vanno d’accordo…” .

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